Al numero 20 di via dei Pandolfini, nel centro storico di Firenze, dentro alle mura rinascimentali di Palazzo Tassi Galli, si nasconde Numeroventi. Una residenza per artisti contemporanea, spazio co-living e co-working per artisti locali e internazionali, a metà strada tra galleria d’arte e guesthouse. Eventi, mostre e cinque appartamenti-studio rendono il palazzo accessibile a tutti.
Negli ambienti di Numeroventi gli artisti del presente incontrano quelli del passato. Possono abitare il palazzo per un periodo di tempo. Confrontarsi con creativi fiorentini e artisti locali. Gli appartamenti sono prenotabili anche solo per una notte, da tutti quelli che vogliono vivere questa atmosfera di grande ispirazione. E poi: corsi di yoga, workshop e collettive per mantenere gli spazi sempre in vita e contribuire alla linfa culturale della città di Firenze.
Ercole e Iole, due statue marmoree di Domenico Pieratti, danno il benvenuto nel cortile interno. Così come i pilastri ottagonali medievali, tracce che testimoniano le origini del palazzo costruito su corti mercantili trecentesche. Un imponente scalone neoclassico a due rampe porta ai piani superiori.
Affreschi del Cinquecento, soffitti alti cinque metri e ampie finestre incontrano il minimalismo scandinavo. Arredi puliti danno un senso di leggerezza a un ambiente così importante. Pareti bianche enfatizzano la luce.
Costruito nei primi anni del Cinquecento, il Palazzo Galli Tassi prende il nome della famiglia che lo abitò per quasi due secoli, dal 1623 al 1863, anno in cui il conte Angiolo Galli Tassi lasciò la proprietà agli Ospedali della Toscana.
Sede del Ministero dell'agricoltura, dell'industria e del commercio negli anni di Firenze Capitale (1865-1871), Palazzo Galli Tassi fu poi acquistato dall’imprenditore napoletano Girolamo Pagliano, inventore dello sciroppo purgativo Pagliano dalle proprietà benefiche (il Teatro Verdi di Firenze esiste grazie a lui).
Oggi tutti possono vivere e abitare il Palazzo Galli Tassi grazie a Martino di Napoli Rampolla (Girolamo Pagliano era lo zio di sua nonna), che ha ideato il progetto Numeroventi e lo ha sviluppato insieme a Alessandro Modestino Ricciardelli e Andrew Trotter, direttore di Openhouse Magazine.
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