Una collana di conchiglie della bisnonna. Da questo bijoux pieno di ricordi nasce la storia di Tata Borello. Federica la aggiustò all’età di 9 anni. E ancora la conserva in una cappelliera a fianco del letto. «Con filo e tanta pazienza la ricomposi. Questa cosa mi divertì molto. Così iniziai a creare per la mamma, la nonna e le loro amiche. Volavano fiumi di perline da tutte le parti» racconta sorridendo Federica Borello.
Collane, bracciali, orecchini e spille. Bijoux di alto artigianato, romantici e delicati.«Guardo alle tendenze colore, ma poi rielaboro il tutto in un modo molto personale. Mi piace essere aggiornata sui materiali e sulle tecniche di lavorazione artigianali, più che sui trend moda». Il primo gioiello del brand? «Un anello a forma di scudo, fatto di mini cristalli sfaccettati su un’intelaiatura un po’ rigida».
I bijoux di Tata Borello si ispirano agli anni Cinquanta, al Liberty e all’Art Déco. Alle creazioni di Coppola e Toppo. Proprio coloro che hanno reso famoso il bijoux Made in Italy negli anni Sessanta e Settanta (creavano bijoux per Valentino e Saint-Laurent!). «I miei gioielli hanno un sapore vintage. Sembrano usciti dai cassetti della nonna, ma sono innovativi per quanto riguarda materiali e lavorazioni».
La ricerca dei materiali e la lavorazione artigianale sono due ingredienti chiave del marchio. «Abbiamo un modo di infilare molto particolare che rende i gioielli morbidi e leggeri. Utilizziamo nastri di lurex per conferire loro la forma. Un richiamo al mondo tessile e ai miei studi in maglieria (la mia famiglia lavorava nell’ambito dell’abbigliamento). Già allora mi piaceva creare abiti con intrecci di fili di rame e cristalli».
Nei bijoux di Tata Borello cristalli provenienti dalla Repubblica Ceca e perle di fiume si intrecciano con ottone e bronzo. Pietre dure semipreziose apportano energia. Come l’agata muschiata verde: è portatrice di pace e serenità, secondo la cristalloterapia, e migliora l’amor proprio (l'anello in foto è stato realizzato con un'agata muschiata verde).
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